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| Foto scattata da +Francesca Iovine |
Inauguro volentieri con questo scritto di +Francesca Iovine una nuova sezione del diario del Festival. In my honest opinion, una specie di "secondo me" che si apre ai contributi di coloro che sentono il Festival, lo vivono, lo incrociano in qualche modo.
Il treno lascia Torino in direzione Milano. Porta nuova mi è sempre sembrato un auspicio, più che il nome di una stazione.
Le persone: dormono gli ultimi preziosi minuti di sonno, leggono il giornale maltrattato che li aspetta sul sedile, parlano al telefono con la madre chè alle 7.53 solo lei sta sveglia, guardano dal finestrino la città che diventa campagna poi di nuovo città poi di nuovo campagna poi di nuovo campagna poi verde rigagnolo, parco, poi Chivasso. Io faccio così.
Mi fermo a Chivasso, leggo sui muri che le biblioteche sono un porto sicuro, prendo il sottopasso, attraverso il bon ton che invoglia al caffè, guardo la nebbia che avvolge le montagne e la invio ai miei amici terroni che non credono esista ed entro.
Eccomi mi qui. La Fondazione 900 è la fucina dove nascono le idee, dove partono le chiamate, dove dormono le locandine, dove si radunano i pensieri e chi li pensa.
È il primo luogo dei luoghi delle parole. È in primo luogo il luogo delle parole.
E forse proprio per questo è bello farsi portare da un treno, attraversare un non-luogo per avere il tempo di entrare in un luogo a cui hanno dato un nome: «ilFestival».
Come suona bene: «ilFestival».
Elegante e positivamente desueta, che bella parola: «ilFestival».
Il festival è fatto da gente seria, che ama il festival ed è fiera di farlo.
I nomi che via via si aggiungomo al programma diventano amici a furia di nominarli in continuazione, di vedere le loro facce sulle locandine, di scrivere i loro cognomi nelle mail, tra gli appunti, sui post it, sulle prenotazioni. E poi smettono di essere il nome di questo e di quello scrittore per diventare i nomi delle persone che fanno il festival. Il festival delle persone dei luoghi delle parole.
Vorrei che anche chi non lavora al festival lo vedesse così, il festival delle persone.
C'è il sapore della festa di piazza, del pochi ma buoni, del se posso passo.
E perciò se potete passate, scegliete un incontro, gustatevi il treno e state con noi: «ilFestival» è gratis.
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